
Guarnera qui mette in scena una coppia balneare che, più che rilassarsi al sole, pare prendere parte a una coreografia ironica e involontaria: due figure simmetriche, composte, impassibili, vestite in tonalità perfettamente coordinate, come se fossero inconsapevoli testimonial di uno strano spot fuori dal tempo. L’artificio cromatico – il pendant tra abiti, teli e posture – amplifica la dimensione surreale della scena: l’armonia apparente diventa un dispositivo critico, che smaschera la teatralità dell’identità sociale.
Lo sfondo è trattato con rapide campiture e strappi cromatici, che contrastano con la fissità delle figure, come se la realtà circostante non riuscisse più a contenere il senso di artificio e immobilità. L’umorismo visivo – calibrato ma tagliente – richiama la vena pop-analitica di Guarnera, dove ogni dettaglio apparentemente leggero rivela una frizione più profonda. Il titolo stesso gioca con l’estetica dell’abbinamento (“in pendant”) per alludere alla deriva estetizzante delle relazioni umane.
L’opera funziona così come un piccolo teatro statico: i protagonisti, vestiti per stare bene insieme, sembrano congelati in una posa eterna, mentre il mondo – fuori campo – continua a girare.
Tecnica mista (acrilici, pastelli e sabbia pomice) su tela
F.to 60×60 cm
2023