
In questo piccolo ma denso pannello, Guarnera distilla la sua poetica fatta di gestualità pittorica, introspezione e memoria. La mano, potente e viva, non è soltanto quella di un musicista, ma quella di un uomo che fa dell’ascolto e della cura la propria vocazione. Antonio, medico e amico a cui l’opera è dedicata, viene evocato non nel volto ma nel gesto: una mano che si tende, che produce suono, che cerca il mondo.
Il sax, protagonista silenzioso, è reso con riflessi gialli e toni metallici che vibrano come echo cromatico del suono: non è solo uno strumento, ma quasi una seconda voce. E il poeta, implicito nel titolo, è proprio colui che sa dare forma sensibile a ciò che è invisibile, e in questo senso, Guarnera si affianca al destinatario dell’opera, cogliendone l’anima attraverso la materia.
La superficie pittorica è corposa, scabra, quasi incisa: Guarnera lavora con la materia come un archeologo dell’interiorità, stratificando colore e gesto, facendo emergere non l’immagine ma l’essenza. L’ottone e il poeta è un’opera che respira umanità: la musica, la poesia e il canto si condensano in un’unica vibrazione, un ritratto non fisiognomico, ma esistenziale.
Tecnica mista su tavola (acrilici e pastelli)
25X25cm
2025