Mirror vacuum Mother

Mirror vacuum Mother 2025

L’immagine rappresenta una figura ispirata alla tradizione mariana, ma celata nell’atto di scattarsi un selfie con uno smartphone. È un gesto semplice, quotidiano, quasi banale, eppure, nella rilettura di Guarnera, assume la forza di una cesura epocale tra sacralità e narcisismo, tra contemplazione e prestazione.

Qui l’autore riflette sul concetto di sacralità nella società contemporanea, trasformando il gesto liturgico in gesto narcisistico. Lo smartphone diventa l’oggetto totemico del nostro tempo, sostituendo la funzione mediatrice della preghiera con quella dell’autopromozione. L’opera mette in crisi il confine tra spiritualità e spettacolarizzazione, tra icona religiosa e immagine di sé.

La figura mariana rappresentata nell’atto di scattarsi un selfie non distrugge la Madonna, ma denuncia che l’oggetto del culto si è spostato. È un’immagine che imita l’icona per caricarla di ambiguità.

L’uso della materia pittorica, intensa e graffiata, enfatizza la tensione tra la perennità dell’immaginario sacro e la volatilità dell’immagine digitale.

L’opera rientra nel ciclo della serie denominata Mirror Vacuum, dove i volti dei soggetti sono celati dallo smartphone, in un gesto che nega lo sguardo e la comunicazione diretta con l’osservatore, che qui entra in netto contrasto con l’impianto tradizionale dell’iconografia sacra, dove lo sguardo del soggetto è centrale e carico di valenza spirituale.


Tecnica mista (acrilici, stucchi e sabbia pomice) su tela
f.to 40×40 cm
2025