
L’opera è parte del ciclo di tele denominate “Mirror Vacuum”, ciclo di figure femminili il cui volto è coperto dallo smartphone, in un probabile selfie allo specchio.
Questa prima tela si distingue per un’atmosfera vagamente rinascimentale reinterpretata in chiave contemporanea. La postura della figura, l’abito drappeggiato e la scelta dei colori rimandano a un’iconografia classica, quasi sacra, ma il gesto del selfie infrange ogni aura spirituale, restituendo una sacralità svuotata, simulacro dell’io. Lo sfondo bronzeo e blu – dove campeggia una cubitale lettera “o” – crea un contrasto dinamico, in cui l’ocra richiama l’antico e il blu l’odierno, quasi a sintetizzare la continuità e al contempo la frattura tra passato e presente.
Il ciclo “Mirror Vacuum” si propone come una riflessione intensa e attuale sull’identità, l’autopercezione e la sovrapposizione tra realtà fisica e dimensione virtuale. Le opere si inseriscono in un contesto contemporaneo saturo di immagini, selfie e narrazioni mediate dai social, e ne offrono una lettura tanto critica quanto poetica.
La lettera “O” con un font aggraziato è stata scelta per la sua capacità di ben impaginarsi con la figura, in un equilibrato scambio di posture, quello del corpo – con forma piramidale che punta verso l’alto – e quello del piano bidimensionale del dipinto.
Questa tela, attualmente in mostra insieme alle opere “Fashion still” e “The golden bag” al MIF – Museo dell’Imprenditoria Femminile di Muravera – fino al 12 ottobre 2025, è stata esposto al Palazzo Pisani Revedin di Venezia fino al 03.02.25.
Tecnica mista su tela (acrilici, pastelli e sabbia pomice)
80×80 cm
2024